Con la manovra finanziaria bis approntata dal governo centrale si prevede la soppressione dei Tribunali ubicati in sedi diverse dal capoluogo di provincia. Tale eventualità potrebbe interessare anche il Tribunale di Caltagirone, che ha al suo attivo brillanti risultati in tema di amministrazione della giustizia sia civile che penale, una sede baricentrica nel vasto territorio della nostra provincia. Com’è comprensibile, tale eventualità è fortemente osteggiata, oltre che dall’Ordine degli Avvocati di Caltagirone, anche dall’opinione pubblica calatina, che teme di subire un ulteriore scippo di servizi. Ovvio che, in caso di cancellazione del Tribunale di Caltagirone, il territorio del Calatino sarebbe destinato a divenire sempre più marginale e verrebbe gravemente penalizzato dalla perdita dell’esercizio di quella giustizia definita di prossimità, tanto utile soprattutto in tema di contrasto alla mafia. Perché il Calatino è geograficamente distante dal capoluogo e presenta problematiche socio-economiche diverse dal resto della provincia, come si può evincere anche dalla lettura degli ultimi episodi riguardanti la criminalità organizzata. Per Giuseppe Mistretta, consigliere provinciale del gruppo La Destra-“Con Nello Musumeci per la Provincia”, «qualora fosse ratificata la manovra finanziaria bis così come emendata dal governo in materia di razionalizzazione degli uffici giudiziari, sarebbe fondamentale per la Provincia di Catania intervenire in difesa del Calatino e dei suoi quindici Comuni, un territorio che non può assolutamente arretrare e sprofondare in un ulteriore isolamento con la soppressione di un servizio assolutamente strategico». In un ordine del giorno presentato in Consiglio Provinciale, gli esponenti de La Destra, Enzo D’Agata, Gaetano Distefano e appunto Giuseppe Mistretta, hanno quindi invitato il presidente della Provincia, Giuseppe Castiglione, «ad intervenire presso il governo nazionale affinchè si salvaguardi la sede giudiziaria di Caltagirone».