"Per ora l’esplosione della più grande crisi occupazionale siciliana è stata scongiurata, ma la situazione non è affatto rosea e servono urgentemente soluzioni strutturali, non “rattoppi". Lo ha dichiarato il consigliere provinciale etneo Giuseppe Mistretta, del gruppo La Destra-“Con Nello Musumeci per la Provincia”, commentando l’accordo raggiunto a Roma fra le organizzazioni sindacali dei braccianti agricoli catanesi e l’Inps.
Circa 4.000 lavoratori del primo settore, infatti, si erano visti nei mesi scorsi bloccare la liquidazione della disoccupazione in quanto detentori di partita Iva."Una vera assurdità, perché spesso il lavoratore ha aperto una partita Iva per i più svariati motivi, ma non è che per questo sia diventato un ricco imprenditore. Pazzesco, quindi, bloccare l’indennità di disoccupazione per un simile motivo".
In ogni caso, la vicenda non è certo finita, perché non tutti riavranno subito l’indennità, ma solo quelli la cui partita Iva è ferma dal 2010 e quelli iscritti negli elenchi anagrafici quali piccoli coltivatori diretti. Per gli altri l’Inps si riserva ulteriori controlli.
Secondo i dati in possesso di Mistretta «l’emergenza lavorativa inerente il comparto agricolo potrebbe arrivare in Sicilia a coinvolgere circa 100 mila persone. Una bomba atomica sociale pronta ad esplodere, altro che le ormai storiche vertenze lavorative nel Catanese e nel Palermitano. Chiaro che urgono soluzioni definitive al problema, anche per evitare il completo collasso di un settore che a rigor di logica potrebbe ancora essere il principale elemento di ricchezza dell’Isola».
"A questo punto - ha concluso Mistretta - come gruppo chiediamo l’intervento diretto della Task Force Lavoro della Provincia di Catania a tutela dei braccianti onesti, che sono la maggioranza assoluta. Giusto l’intento dell’Inps di colpire i soliti furbi, ma non si può “sparare nel mucchio” rovinando intere famiglie".
(da ladestrasiciliana.it)
