Da diversi anni si parla
di crisi, ma di quale crisi, economica ovviamente, ma sicuramente non
è solo quella la crisi di cui si dovrebbe parlare e di cui tutti ci
dovremmo preoccupare.
In questo momento siamo
nel bel mezzo di una tempesta che sta travolgendo tutti, o quasi, ma
purtroppo non è, come magari qualcuno vuole farci credere, colpa di
nessuno.
Ho usato il termine
tempesta, al posto di crisi, ma le tempeste, la neve, la pioggia, il
vento ecc… sono fenomeni atmosferici, naturali, quello che sta
accadendo adesso non è opera della natura ma dell’uomo.
Ci sono uomini che sono
incontentabili, più hanno e più vogliono, li chiamano speculatori,
sono senza volto, non sappiamo chi sono e quanti sono, l’unica cosa
che so e che sono pochi e fanno male a tanti.
Da diversi anni tutti
abbiamo vissuto al di sopra delle nostre possibilità, questo è
vero, ma c’è chi ci ha illuso, chi ci ha fatto credere che era
possibile avere e comprare tutto, ma noi dovevamo capirlo.
Con l’euro ci siamo
trovati ad un raddoppiamento e anche oltre dei prezzi su tutto, case,
auto, mobili, prodotti alimentari e tanto altro, i benefici dell’euro
noi non li abbiamo toccati con mano, ci siamo solo fatti male
economicamente, ci siamo accorti che le nostre casse diventavano
sempre più vuote, ci siamo accorti che i nostri stipendi o i nostri
guadagni erano sempre meno sufficienti ad affrontare le spese di
tutti i giorni.
In un mondo che aveva
puntato tutto sul consumismo, che doveva creare posti di lavoro per
tutti, ci siamo adesso accorti che tranne per alcune realtà, come la
Germania dove l’occupazione cresce, tra l’altro unica nazione
della comunità Europea ad essere pronta per una moneta come l’euro,
la disoccupazione da noi come in altri paese aumenta.
Le azienda vengono
delocalizzate, dall’Italia in Asia o in Romania, ad esempio, la
produzione ch’è uno dei pilastri fondamentali dell’economia di
un paese si sposta e crea disoccupazione, crisi, recessione.
Si cari amici la crisi è
questa, i posti di lavoro che si perdono, la gente che non ha di che
vivere, la gente che non sa cosa il futuro gli riserva.
Una nazione deve garantire
e tutelare i propri cittadini, in Italia secondo me sono tre i
settori che possono e devono essere garantiti e tutelati:
-Produzione agricola
soprattutto e industriale, che come dicevo si sposta con troppo
facilità e con il tacito consenso di molti.
-Tutela delle piccole e
medie imprese, zoccolo duro dell’economia Italiana, come molti
economisti le hanno sempre definite, che non vengono assolutamente
tutelate ed agevolate, vedi i troppi ed enormi centri commerciali che
continuano a nascere come funghi.
- Turismo, un paese che
possiede un patrimonio immenso che tutti ci invidiano, potrebbe
vivere solo di questo, tanto per esagerare, invece siamo riusciti a
farci sottrarre una fetta di mercato da paesi che non possono contare
sulle bellezze uniche del nostro bel paese, cultura, storia, mare,
montagne e sole che in alcune regioni splende 8 mesi l’anno.
Non volendomi dilungare
oltre, sono convinto e faccio a tutti voi un appello, perché l’unica
risposta vera che si possa dare per combattere l’attuale crisi, al
di là di manovre e manovrine, sia la nostra, noi possiamo tutti
insieme dare un grosso contributo, dobbiamo solo credere in noi
stessi come non abbiamo mai fatto e nei nostri prodotti, il mercato
lo dobbiamo regolare noi, non dobbiamo farci regolare dal mercato,
comprate prodotti Italiani, non
le marche Italiane che producono all’estero e vendono in Italia con
prezzi sicuramente non competitivi, cercate il più possibile di
comprare Italiano, anche quando costa di più, ovviamente so che non
è facile, ma ci sono tanti prodotti non di marca che sono molto
competitivi, quantomeno cerchiamo di comprare il più possibile,
ripeto, Italiano.
Questo vale per qualsiasi
prodotto che va dall’agricoltura all’industria.
Per ultimo vorrei parlare
della crisi agrumicola che da diversi anni si fa sentire, la
situazione quest’anno è peggiorata, manca il lavoro per gli
addetti, produttori, operai, commercianti e tutti quelli che ruotano
attorno al settore, senza molte distinzioni, subiscono una situazione
drammatica, ci sono delle realtà locali come la nostra (Scordia),
tanti comuni del calatino, comuni della provincia di Siracusa, alcuni
comuni della Sicilia occidentale, diversi comuni della piana di Gioia
Tauro (RC) in Calabria, che vivono di agrumicoltura soprattutto e non
possono contare su valide alternative, anche qui il problema è il
lavoro che si perde, il lavoro che manca.
La concorrenza di paesi
come la Spagna, il Marocco, la Tunisia, con un costo della
manodopera, e non solo, inferiore al nostro, ci ha portato alla
situazione attuale.
Le istituzioni tutte,
soprattutto quelle Nazionali e quelle Europee non posso trascurare il
problema perché magari lo ritengono secondario, gli accordi
internazionali vanno rivisti, non si può solo, come in altri settori
guardare al prezzo ed alla concorrenza, dobbiamo sempre e comunque
tutelare il lavoro che ha sempre dato alla nostra terra, alla nostra
gente, una fonte di reddito.
Qualcuno, anni fa mi
disse: si deve pensare a delle alternative, ma per quale motivo un
territorio deve buttare le proprie risorse frutto di anni ed anni di
lavoro, investimenti, fatiche?
Inoltre a dire di tanti si
dovrebbe investire sulla tecnologia, ma se la produzione di questi
prodotti è stata ormai trasferita quasi totalmente in paesi dove la
manodopera costa pochissimo e dove lo sfruttamento del lavoro è
normalità, bisogna difendere quello che si ha, ovviamente si può e
si deve dare vita a nuove forme di produzione, ad esempio la
trasformazione dei nostri agrumi in succhi, marmellate, prodotti per
la cosmesi, sono solo pochi esempi, con gli agrumi si possono
ricavare vari preparati.
Anche qui ognuno di noi
deve fare la propria parte, deve assumersi le proprie responsabilità,
delegare solo ai politici o alle associazioni di categoria non basta.
Dobbiamo fare leva sulle
istituzioni tutte, affinché un’unica voce senza colori e simboli
di parte, giunca nelle sedi opportune, facendo capire che si chiede
di poter lavorare, si chiede di poter vivere, si chiede di restare
nella propria terra e di non dovere andare altrove come è già
successo in passato e come accade ancora ora, sempre che, per
assurdo, non si debba andare a lavorare in quei paesi dove lo
sfruttamento è normalità ed i diritti dei lavoratori sono
sconosciuti.
Finisco dicendo ancora una
volta Compra Italiano,
pensa al presente ed al futuro tuo e dei tuoi figli difendi sempre i
tuoi diritti, occupati dei tuoi interessi, non aspettare che gli
altri si occupino di te, informati e si sempre vigile.
Auguro un buon anno 2012 a
tutti.
Giuseppe Cataldo