martedì 10 gennaio 2012

SOS Agrumicoltura: approvato ordine del giorno de La Destra in Consiglio provinciale

Approvato all’unanimità dal Consiglio provinciale etneo un odg a sostegno del comparto agrumicolo, oggi in sofferenza per una eccessiva produzione di frutti di piccolo calibro, per i danni cagionati dalla grandine e dalla recente cenere vulcanica, fenomeni tutti imputabili a calamità naturali; ad aggravare il quadro, già di per sé disastroso, contribuiscono certamente gli effetti di una recessione economica generale che, difatti, deprime i consumi. Il risultato è che attualmente si registrano pochissime contrattazioni commerciali e troppe risultano le partite ancora invendute, è a rischio collasso un settore portante della agricoltura siciliana e con esso migliaia di posti di lavoro.
Della questione il Consiglio provinciale ha investito il Presidente, on. Giuseppe Castiglione, chiedendo un suo tempestivo intervento presso il governo nazionale, regionale e la stessa commissione europea.
“Chiediamo interventi urgenti, la dichiarazione dello stato di calamità, un ritiro straordinario dei frutti di piccola pezzatura, da destinarsi alla trasformazione industriale, e una massiccia campagna promozionale che sostenga e incentivi i consumi” dichiarano i consiglieri provinciali de La Destra, Giuseppe Mistretta, Enzo D’Agata e Gaetano Distefano, “tutta la deputazione siciliana deve farsi carico del problema, in sede regionale, nazionale ed europea, esigano severi controlli su gli agrumi d’importazione, sui prezzi al consumo e sul contrasto alle speculazioni, si intestino, infine, l’onorevole battaglia delle aranciate senza arancia” conclude Mistretta, primo firmatario.

           


giovedì 5 gennaio 2012

Crisi, che brutta parola!

Da diversi anni si parla di crisi, ma di quale crisi, economica ovviamente, ma sicuramente non è solo quella la crisi di cui si dovrebbe parlare e di cui tutti ci dovremmo preoccupare.
In questo momento siamo nel bel mezzo di una tempesta che sta travolgendo tutti, o quasi, ma purtroppo non è, come magari qualcuno vuole farci credere, colpa di nessuno.
Ho usato il termine tempesta, al posto di crisi, ma le tempeste, la neve, la pioggia, il vento ecc… sono fenomeni atmosferici, naturali, quello che sta accadendo adesso non è opera della natura ma dell’uomo.
Ci sono uomini che sono incontentabili, più hanno e più vogliono, li chiamano speculatori, sono senza volto, non sappiamo chi sono e quanti sono, l’unica cosa che so e che sono pochi e fanno male a tanti.
Da diversi anni tutti abbiamo vissuto al di sopra delle nostre possibilità, questo è vero, ma c’è chi ci ha illuso, chi ci ha fatto credere che era possibile avere e comprare tutto, ma noi dovevamo capirlo.
Con l’euro ci siamo trovati ad un raddoppiamento e anche oltre dei prezzi su tutto, case, auto, mobili, prodotti alimentari e tanto altro, i benefici dell’euro noi non li abbiamo toccati con mano, ci siamo solo fatti male economicamente, ci siamo accorti che le nostre casse diventavano sempre più vuote, ci siamo accorti che i nostri stipendi o i nostri guadagni erano sempre meno sufficienti ad affrontare le spese di tutti i giorni.
In un mondo che aveva puntato tutto sul consumismo, che doveva creare posti di lavoro per tutti, ci siamo adesso accorti che tranne per alcune realtà, come la Germania dove l’occupazione cresce, tra l’altro unica nazione della comunità Europea ad essere pronta per una moneta come l’euro, la disoccupazione da noi come in altri paese aumenta.
Le azienda vengono delocalizzate, dall’Italia in Asia o in Romania, ad esempio, la produzione ch’è uno dei pilastri fondamentali dell’economia di un paese si sposta e crea disoccupazione, crisi, recessione.
Si cari amici la crisi è questa, i posti di lavoro che si perdono, la gente che non ha di che vivere, la gente che non sa cosa il futuro gli riserva.
Una nazione deve garantire e tutelare i propri cittadini, in Italia secondo me sono tre i settori che possono e devono essere garantiti e tutelati:
-Produzione agricola soprattutto e industriale, che come dicevo si sposta con troppo facilità e con il tacito consenso di molti.
-Tutela delle piccole e medie imprese, zoccolo duro dell’economia Italiana, come molti economisti le hanno sempre definite, che non vengono assolutamente tutelate ed agevolate, vedi i troppi ed enormi centri commerciali che continuano a nascere come funghi.
- Turismo, un paese che possiede un patrimonio immenso che tutti ci invidiano, potrebbe vivere solo di questo, tanto per esagerare, invece siamo riusciti a farci sottrarre una fetta di mercato da paesi che non possono contare sulle bellezze uniche del nostro bel paese, cultura, storia, mare, montagne e sole che in alcune regioni splende 8 mesi l’anno.
Non volendomi dilungare oltre, sono convinto e faccio a tutti voi un appello, perché l’unica risposta vera che si possa dare per combattere l’attuale crisi, al di là di manovre e manovrine, sia la nostra, noi possiamo tutti insieme dare un grosso contributo, dobbiamo solo credere in noi stessi come non abbiamo mai fatto e nei nostri prodotti, il mercato lo dobbiamo regolare noi, non dobbiamo farci regolare dal mercato, comprate prodotti Italiani, non le marche Italiane che producono all’estero e vendono in Italia con prezzi sicuramente non competitivi, cercate il più possibile di comprare Italiano, anche quando costa di più, ovviamente so che non è facile, ma ci sono tanti prodotti non di marca che sono molto competitivi, quantomeno cerchiamo di comprare il più possibile, ripeto, Italiano.
Questo vale per qualsiasi prodotto che va dall’agricoltura all’industria.
Per ultimo vorrei parlare della crisi agrumicola che da diversi anni si fa sentire, la situazione quest’anno è peggiorata, manca il lavoro per gli addetti, produttori, operai, commercianti e tutti quelli che ruotano attorno al settore, senza molte distinzioni, subiscono una situazione drammatica, ci sono delle realtà locali come la nostra (Scordia), tanti comuni del calatino, comuni della provincia di Siracusa, alcuni comuni della Sicilia occidentale, diversi comuni della piana di Gioia Tauro (RC) in Calabria, che vivono di agrumicoltura soprattutto e non possono contare su valide alternative, anche qui il problema è il lavoro che si perde, il lavoro che manca.
La concorrenza di paesi come la Spagna, il Marocco, la Tunisia, con un costo della manodopera, e non solo, inferiore al nostro, ci ha portato alla situazione attuale.
Le istituzioni tutte, soprattutto quelle Nazionali e quelle Europee non posso trascurare il problema perché magari lo ritengono secondario, gli accordi internazionali vanno rivisti, non si può solo, come in altri settori guardare al prezzo ed alla concorrenza, dobbiamo sempre e comunque tutelare il lavoro che ha sempre dato alla nostra terra, alla nostra gente, una fonte di reddito.
Qualcuno, anni fa mi disse: si deve pensare a delle alternative, ma per quale motivo un territorio deve buttare le proprie risorse frutto di anni ed anni di lavoro, investimenti, fatiche?
Inoltre a dire di tanti si dovrebbe investire sulla tecnologia, ma se la produzione di questi prodotti è stata ormai trasferita quasi totalmente in paesi dove la manodopera costa pochissimo e dove lo sfruttamento del lavoro è normalità, bisogna difendere quello che si ha, ovviamente si può e si deve dare vita a nuove forme di produzione, ad esempio la trasformazione dei nostri agrumi in succhi, marmellate, prodotti per la cosmesi, sono solo pochi esempi, con gli agrumi si possono ricavare vari preparati.
Anche qui ognuno di noi deve fare la propria parte, deve assumersi le proprie responsabilità, delegare solo ai politici o alle associazioni di categoria non basta.
Dobbiamo fare leva sulle istituzioni tutte, affinché un’unica voce senza colori e simboli di parte, giunca nelle sedi opportune, facendo capire che si chiede di poter lavorare, si chiede di poter vivere, si chiede di restare nella propria terra e di non dovere andare altrove come è già successo in passato e come accade ancora ora, sempre che, per assurdo, non si debba andare a lavorare in quei paesi dove lo sfruttamento è normalità ed i diritti dei lavoratori sono sconosciuti.
Finisco dicendo ancora una volta Compra Italiano, pensa al presente ed al futuro tuo e dei tuoi figli difendi sempre i tuoi diritti, occupati dei tuoi interessi, non aspettare che gli altri si occupino di te, informati e si sempre vigile.
Auguro un buon anno 2012 a tutti.
Giuseppe Cataldo