mercoledì 27 giugno 2012
giovedì 7 giugno 2012
Dati allarmanti dal Ministero dell'Economia
Questi professori ci stanno portando nel baratro!
Dai dati del Ministero dell'Economia dai quali si evince che le entrate
tributarie sono diminuite del 2,9%, emerge una sola cosa, che poi è una
regola basilare di economia e questi "professori" dovrebbero conoscere
bene: in tempo di recessione, se si vuole uscire dalla crisi, non
bisogna aumentare le tasse per far si che il gettito aumenti, bensì
occorre diminuirle, perchè se al cittadino a fine mese rimangono più
soldi in tasca è ovvio che sarà portato a spendere di più. In questo
modo cresceranno i consumi, con tutta una serie di conseguenze a catena,
vale a dire che le piccole e medie imprese usciranno, a loro volta,
dalla crisi, quindi avranno più entrate e pagheranno più tasse e,
soprattutto, non saranno costrette a chiudere facendo perdere
posti di lavoro, cosa che portebbe, invece, ad una contrazione dei
consumi, quindi minor gettito per le casse dello Stato.
Se il
cittadino spende quasi tutti i suoi soldi per pagare le tasse, non potrà
mai spendere per altro che non siano beni di prima necessità.
Vorrei, inoltre, fare qualche considerazione sull'IMU. Questa non è altro che una patrimoniale mascherata da questo acronimo, che sarà un fardello pesantissimo sulle teste degli italiani. Per chi ha conoscenze in materia di diritto tributario sa benissimo che un principio fondamentale è quello secondo il quale, ove si può, si tenta di eliminare la "DOPPIA IMPOSIZIONE SULLO STESSO REDDITO", perchè ciò sarebbe iniquo. Il reddito, specialmente quello che ha consentito all'80% e più degli italiani di avere una casa, è stato già tassato attraverso una prima imposizione, ad esempio attraverso l'IRPEF. Pertanto, mettere una tassa sulle abitazioni, consisterebbe nell'andare a tassare, per la seconda volta, lo stesso reddito, violando il principio sù menzionato.Ma vorrei dire altresì che, mentre la vecchia ICI era un'imposta che rimaneva ai comuni, dell'IMU i comuni vedranno ben poco, quindi con questi soldi non si aggiusteranno le strade, non miglioreranno i servizi comunali, non si andrà ad avere più efficacia ed efficienza, principi che dovrebbero informare l'azione di tutta la P.A., ma andranno a Roma e si perderanno nei mille rivoli del biancio dello Stato.
Evasione Fiscale, anomalia del tutto Italiana.
In tempo di crisi, tutti cerchiamo di capire le cause, sia gli esperti che i comuni cittadini si
interrogano, uno dei motivi che generano una situazione come quella che stiamo
vivendo oggi è sicuramente l’evasione Fiscale.
Male oscuro che potremmo certificare come Made in Italy, si
perché negli altri paesi così detti industrializzati non esiste niente di
lontanamente simile.
I dati ci dicono che il danno alle casse dello stato, e
quindi ai cittadini, è di circa 120 miliardi l’anno, ben capite che con una
cifra del genere, all’anno, si potrebbe pensare seriamente ad un piano per azzerare
il debito pubblico, tra le altre cose, quel famoso fardello che ci portiamo
addosso e che non permette ad una Nazione come la nostra, che per grazia
ricevuta del buon Dio inanzitutto, per la splendida posizione geografica, per
l’immenso patrimonio storico/culturale, e per tutte le innumerevoli risorse a
nostra disposizione, di stare al primo posto in Europa come meriterebbe.
Una delle soluzioni, tanto decantanta da vari leeder
politici, è fare scaricare tutto quello che si compra, prodotto o servizio che
sia, così facendo tutto verrebbe fatturato e quindi documentato.
’ L'evasione è un fatto culturale ancor prima che fiscale, un
malcostume che penalizza tanti e favorisce pochi. Inoltre non è solo un
fenomeno che riguarda le così dette partite iva, anche i dipendenti di aziende
private e pubbliche possono evadere, come? Pensate ai lavori secondari fatti in
nero, che provocano due effetti negativi.
Evasione.
- Sottrazione
di lavoro ad addetti che vivono di reddito non dipendente, sottrazione di
lavoro per soggetti che lo cercano.
Ovviamente si dovrebbe associare una riduzione del prelievo
fiscale, in Italia è sempre stato alto ed
oggi più che mai è insostenibile.
Purtroppo, al di là della propaganda elettorale fatta da
Tizio o Caio di turno, non si ha il coraggio di cambiare un sistema che difende
gli interessi di pochi, ci vorrebbe,soprattutto in una situazione come quella
che stiamo vivendo, una presa di coscienza diffusa e soprattutto un sano
realismo che ci faccia capire che così avanti non si può più andare.
Pagando tutti, pagheremmo di meno, associando poi una vera
riduzione dei costi inutili il nostro paese conoscerebbe una nuova stagione che
permetterebbe di ridare speranza ai
cittadini.
Giuseppe Cataldo
Iscriviti a:
Commenti (Atom)